I gasdotti che uniscono, e che potrebbero unire nel futuro prossimo, l’Unione europea e la Federazione Russa rappresentano la contraddizione esistente tra i rapporti politici e militari (leggasi NATO) tra Paesi europei e Stati Uniti da una parte e gli interessi energetici e commerciali di Berlino, Parigi, Roma, Ankara con Mosca (porta verso l’Asia) dall’altra.
Ogni pipeline definisce infatti una serie di relazioni industriali e geopolitiche. In Italia, nel corso degli ultimi quindici anni, i diversi governi che si sono susseguiti – pur con pregi e limiti differenti – sono stati incapaci nel sostenere una linea di equilibrio tra Stati Uniti e Federazione Russa avente l’obiettivo di perseguire, in primo luogo, gli interessi nazionali italiani all’interno di un contesto multipolare profondamente mutato.
Le scelte strategiche che verranno adottate dal nostro Paese nel settore dell’energia, a partire dall’obiettivo dell’Unione Energetica Europea, non potranno prescindere dall’evoluzione politica dell’Ue e dal futuro, tutt’ora nebuloso e non privo di rischi, della moneta unica.