Le organizzazioni economiche che non perseguono fini di lucro, non sono certamente una novità. Tra queste il movimento cooperativo, sopratutto in Europa, continua a rappresentare una importante esperienza economica e di grande rilevanza sociale. Le imprese cooperative continuano a mantenere una loro modernità non solo perchè ispirate dalla mutualità, e quindi orientate a soddisfare i bisogni dei soci e della comuntà di appartenenza, ma anche perchè la loro governance, di tipo democratico (una testa,un voto) risponde meglio di altre organizzazioni alla domanda di partecipazione dei cittadini in quanto lavoratori e/o utenti.
Quindi, lungi dal rappresentare una forma residuale nell'ecologia imprenditoriale, le articolazioni cooperative (associazioni, imprese, consorzi, gruppi, ecc) sopratutto in alcuni settori e/o in alcuni territori, costituiscono una componente fondamentale e distintiva nella creazione di valore aggiunto, occupazione, redditi e coesione sociale. Inoltre sopratutto nell'ambito socio-assistenziale, educativo e dell'inclusione lavorativa le cooperative italiane hanno dimostrato di supplire efficacemente a lacune ed inadeguatezze del tradizionale sistema di welfare (pubblico nel finanziamento e nell'erogazione). Le banche di credito cooperativo, non solo non hanno concorso alla bolla finanziaria, ma ne hanno anche attenuato le conseguenze nelle comunità in cui operano. Nel manifatturiero, anche attraverso operazioni di workers buy out il movimento cooperativo ha contribuito alla nascita di nuove imprese emerse dalle ceneri di fallimentari esperienze for profit. Le cooperative di utenza (per esempio quelle di consumo e/o di abitazione) hanno concorso al miglioramento delle concrete condizioni di vita delle popolazioni di interi territori, agendo sia sul loro potere di acquisto sia sull'accesso a beni essenziali come l'abitazione.
Perciò non solo per ragioni storico-identitarie, ma anche e sopratutto per le modalità e gli effetti della loro presenza, le imprese cooperative meritano grande attenzione, non solo per finalità accademiche, sopratutto da parte di coloro che sono chiamati a decisioni di natura collettiva, amministrazioni pubbliche in testa. Ovviamente i primi interlocutori interessati alle prospettive del movimento cooperativo non possono che provenire dal movimento medesimo nelle sue articolazioni territoriali e settoriali.
A quasi due secoli dalla sua comparsa nel teatro socio-economico europeo, il movimento cooperativo fornisce dunque un eccellente esempio di longevità nei valori etici promossi, così come nella capacità di coniugare tali valori con pratiche e innovazioni al passo dei (difficili) tempi di questa fase storica.